Tic. Tac. Tic. Tac. 

La luce ambrata che filtrava, tagliata dalle tapparelle, rendeva l’ambiente più caldo di quanto già non fosse. Eravamo seduti l’uno di fronte all’altro. In silenzio. L’unico suono che rompeva il silenzio era il ticchettio dell’orologio messo sulla parete. 

Tic. Tac. Tic. Tac.

Tutto immobile, tutto silenzioso, tutto ovattato. Immerso in una calma incalzante.

Tic. Tac. Tic. Tac.

Un sorso al caffè. Decido di rompere gli indugi: 
-Raccontami come è successo.

-Io ero lì al pc...non so come sia stato possibile. Era tutto giusto. TE LO GIURO!- disse lui poggiando le mani sul tavolo

Di nuovo silenzio.

Tic. Tac. Tic. Tac. 

-Sì, potrei aver sbagliato...ma non è possibile. No. Ne sono certo!



Il mio respiro si faceva più lento e pesante. Mi stavo già concentrando sulla soluzione.

-Ok. Non c’è problema. Ora sei sicuro di ricordare tutto?

-Ma certo! Ora sono sicuro di non sbagliarmi più!

-Va bene, dimostramelo. Chiamiamo al telefono e ci togliamo ogni dubbio.



Quel mio invito lo colse quasi di sorpresa. Certamente pensava a tempi più lunghi per tornare ad operare in normalità. Ma ormai molti dei miei lo sanno: vado alla meta.

-Sia chiaro- precisai - se sbagli paghi stavolta!



Il suo sorriso beffardo lo presi come un “sfida accettata”

Prende il telefono. 

Compone il numero. 

Aziona il viva voce.

La voce metallica, ma familiare, lo riconosce. Non può fargli altre domande, gli passa subito chi potrà fargliele e, forse, risolvere.

-Salve Sig. omissis sono omissis come posso aiutarla?

-Salve...ehm...senta (con gli occhi che vagavano nella stanza ed anche su di me)...io ho fatto un errore nell’inserire...

-Sì, lo vedo - rispose lei dall’altra parte con tono freddo e professionale

-Eh...sì...ma ora...sono sicuro - disse mettendosi seduto ben dritto sulla sedia, come se la nuova postura gli potesse infondergli nuova forza e fargli ritrovare la sicurezza che aveva smarrito.

-È sicuro di ricordare tutto ora?

-Sì, mi chieda 




L’incertezza nella voce durante quell’ultima affermazione spero di averla sentita solo io.

-Bene allora: seconda e quarta...


Riflettendo tra se e cercando la soluzione sul soffitto...

-Ehm...X e X- disse con tono sicuro.

Dall’altra parte si sente picchiettare su una tastiera.

-No, Signor omissis non sono corrette



A quel punto i suoi occhi si illuminarono come quelli di chi ha visto un’oasi verdeggiante nel bel mezzo del deserto.

-Ma certo! 



Quasi urlò per la felicità. Il suono della pacca che si diede sulla fronte sottolineò quel momento di epifania. 

-Ora sono pronto. Chieda!

-Bene. La terza e la quinta.

-X e X. Ne è sicuro? Perché nel caso la sua risposta non fosse corretta i codici verrebbero bloccati e dovrebbe partire la procedura di nuova emissione.

-I-C-S e I-C-S.- disse scandendo, quasi a prendere in giro - Vai tranquilla!!!


Disse sorridendo con la sicurezza di chi non avrebbe mai sbagliato.

E sbagliò.

A quel punto la voce dell’operatrice prese un tono, se possibile, addirittura più freddo, professionale e distaccato.

E scandì...

-Bene, Sig. Omissis, siamo sotto registrazione. I suoi codici sono stati bloccati per motivi di sicurezza. Deve contattare il suo Consulente, il Sig. Funghi, per la procedura di riemissione.

Il gelo.

Sguardi attoniti.

A quel punto presi la parola con rassegnazione.

-Salve, sono Funghi, il Consulente. Ero qui in viva voce. Ho assistito alla tragedia...provvedo.


Click. Telefonata chiusa.

-Andrea - dissi cercando di restare il più tranquillo possibile - ...io capisco tutto, ma almeno i codici per entrare in banca! - scoppiammo a ridere - Dai, sono 5 cifre...vabbè dai, mi devi un tramezzino tonno e carciofini! Inizio a compilare il modulo...



E fra risate e prese in giro mette le firme necessarie, così mi avvio verso il prossimo appuntamento.

Ora, statene sicuri, Andrea non sbaglierà più i codici segreti per l’accesso alla banca, ma ora ho un motivo in più per scherzare con lui...

In fondo il mio lavoro si basa sul rapporto che si ha con i clienti. Tutti. Anche i tecnolesi!!!

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