Suicidio del risparmiatore: potevo fare di più?

E’ un dubbio che mi accompagna da quando ho sentito questa devastante notizia.

Ormai sono oltre 2 anni che cerco di fare di tutto per avvisare quanta più gente possibile sul possibile Bail In, sul salvabanche, sui rischi che si corrono a non diversificare, a concentrare gli investimenti in un solo strumento, in un solo emittente (spesso la Banca nella quale hai il conto), in un solo settore.

Come me anche altri colleghi si stavano muovendo in questo senso.

Non solo per filantropia, ovvio, anche per  aumentare il volume del proprio portafoglio clienti. Le motivazione che mi muovono sono, però, nobili:

  • far valere la propria professione e la propria professionalità acquisita in anni di esperienza diretta sul campo e, spesso e volentieri, implementata attraverso corsi a pagamento, letture di libri ed articoli e ricerche personali
  • rendere coscienti le persone delle scelte in campo economico-finanziario

Magari il risparmiatore che è arrivato, devastato dal dramma di aver perso tutti i suoi risparmi, all’estrema decisione era entrato in contatto con un promotore, con un collega, che gli aveva accennato, gli aveva parlato dei rischi, delle possibilità, ma, evidentemente, lo ha fatto senza la dovuta convinzione, usando esempi sbagliati, parole sbagliate. Non è riuscito a farsi capire e a far comprendere a fondo quale sarebbe stato il problema.

Certamente il collega, non per spersonalizzarmi o per togliermi delle responsabilità ma per un esempio, era preparatissimo, convinto della bontà delle sue parole e mosso da forte determinazione, ma non è riuscito a fare breccia, a far valere i suoi argomenti e questo risparmiatore è rimasto granitico sulle sue convinzioni alimentate anche dalle voci di chi avrebbe dovuto consigliarlo per il meglio. Il luogo comune ha prevalso, il “noto” ha vinto. La frase “figurati se in Italia fanno fallire una banca” avrà risuonato nella sua testa.

Quando poi le voci sono diventati fatti drammaticamente reali e presenti e quando la cosa che non “succede sempre agli altri” è caduta sulla testa dei risparmiatori distruggendo i loro progetti, i loro desideri, il loro futuro, lui non ha retto, altri stanno protestando vibratamente.

Questa morte però me la sento un po’ addosso, non riesco a pensare che io non c’entri nulla. Quantomeno per “responsabilità oggettiva”.

Sì perché il mio lavoro non può essere solo una questione di numeri. Io, come molti altri colleghi, lo vivo in maniera etica. Sono perfettamente conscio che, lavorando al meglio, posso fare un’enorme differenza nella vita delle persone che mi affidano la loro vita (perché non sono solo soldi). Altresì ho la certezza di non poter “salvare tutti”. Però ho il dovere di provarci con tutte le mie forze e la mia professionalità. Lo devo alla mia onestà, trasparenza e lo devo anche a tutti gli sforzi che ho fatto e che farò per diventare migliore.

Il messaggio che voglio condividere, che desidero far passare è che nella Diversificazione c’è il Valore, nella Pianificazione Finanziaria c’è la sicurezza ed il rendimento congruo.

Mi spiace enormemente per questo lutto, davvero e mi sento chiamato in causa perché magari ho incontrato anche io un risparmiatore di quelle banche e quando ho visto che non mi ascoltava ho desistito.

Questo dramma ha smosso le coscienze di molti ed ha colpito in profondità l’opinione pubblica e la mente di molti e, spero, abbia almeno dato forza a noi che operiamo per il meglio a farci sentire con maggiore forza.

Potremmo evitare situazioni come queste? Non lo so.

Posso e devo fare di più, almeno devo provarci.

Pubblicato da Simone Funghi

Sono un Consulente Finanziario Nerd ed appassionato di Sport.

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