Caro amico, cara amica, (sembra l’inizio di una pubblicità di una scopa elettrica…)
come hai visto è successo, o come direbbero i saggi: “tanto tuonò che piovve”.
Hanno messo in pratica il bail in prima del primo gennaio. Si è scelto di azzerare risparmi investiti in obbligazioni subordinate ed in azioni.
Tu, forse, non hai idea di cosa siano le azioni, del loro funzionamento. Le hai prese perché c’era Francesco (nome di fantasia, ovvio), quel ragazzo tanto bravo, preparato e per bene (ti garantisco che non c’è ironia in queste mie parole) che ti ha detto: “Beh, signor Rossi, se vuole il mutuo è preferibile, per la banca (ovvio) concedere più agevolmente credito a chi possiede le nostre azioni”, oppure hai ascoltato Chiara (serve che ti specifichi che è ancora fantasia?) che ti ha detto, ma signora mia, sono obbligazioni della Banca, sono proprio le nostre. Siamo solidi. Suvvìa”
E tu hai sottoscritto.
Erano lontani i tempi del fallimento controllato delle banche.
Avevi fiducia
Hai affidato i tuoi risparmi ingenuamente, anzi no, termine sbagliato scusami, affidandoti. Tu fai un altro lavoro, è normale che non hai approfondito, non hai indagato a fondo. Non hai visto i numeri della banca, non hai approfondito o non hai creduto a quello che ormai si legge e si vede sui social network e sui blog specializzati.
Leggendo su internet, sui social, sui blog, hai spesso pensato che fossero solo cassandre, solo persone che allarmano senza motivo, o forse solo per fare clienti. In fondo la tua banca era sempre lì.
Poi hai iniziato a vedere che il tuo amico/a (Francesco o Chiara), erano stati trasferiti, spostati d’agenzia, oppure gli hanno cambiato mansione e non può più seguirti. Alla fine, anche l’agenzia che avevi sotto casa, è stata rimpicciolita, demansionata. Non è più aperta sempre, fino alle 17, ma solo la mattina, alcuni pomeriggi. Poi hai visto che hanno iniziato a vendere anche altro. Auto (in fondo la banca fa anche i finanziamenti, non ti sembrava un’estensione di linea troppo distante), poi però sono arrivati i tapis roulant, gli iPad, e chissà cos’altro.
Alla fine l’hanno chiusa. Quel cartello che dice che hanno spostato l’agenzia aveva lo spazio sull’indirizzo della nuova agenzia ancora in bianco. Il tuo amico che aveva affittato il suo mega locale alla banca ora fa fatica a trovare un nuovo affittuario, è in trattativa con un supermercato e con una cordata di cinesi.
Nella nuova agenzia stavi bene, ma non c’era più il tuo riferimento; chissà dov’è finito.
Avevi ancora i tuoi investimenti: le azioni, le obbligazioni. Qualche cedola, un accenno di dividendo (sempre più basso. A dire la verità qualche volta non è proprio arrivato, ma non ci hai fatto caso più di tanto). Ti hanno rassicurato, detto che era tutto in ordine.
Poi hai iniziato a sentire sempre più spesso “BAIL IN” addirittura LO HA DETTO IL TELEGIORNALE, addirittura STRISCIA.
Il nome della tua banca compariva, veniva nominata e qualche dubbio ti è venuto. Hai iniziato a leggere di più, ad approfondire.
Fino a domenica.
Forse neanche hai saputo del consiglio dei ministri straordinario. Non sapevi quello che stava succedendo. Così come non sapevi del fatto che tutto il sistema bancario stava facendo di tutto per riuscire a salvare queste banche di cui si parlava da tempo. Ognuno, per la sua parte, stava mettendo del denaro, nel fondo interbancario (2 miliardi di euro), ma non bastava.
Si è attinto anche alle azioni che hanno perso valore, alle obbligazioni subordinate, al momento non sono arrivati ai depositi sopra i 100.000 €. Per un totale di 782 milioni.
E così hai perso quei risparmi…
Probabilmente erano tutti, non avevi diversificato, o, lo spero per te, erano una parte grande o piccola.
Il punto è che è tutto vero e sta succedendo.
Non è più una questione di “vabbè figurati se falliscono” oppure “la mia banca è solida perché è sotto casa”.
Ci sei passato, sei rimasto scottato e non poco.
Tradito nella fiducia che avevi riposto nell’istituto.
Dal primo di Gennaio sarà una cura valida per ogni banca che non rispetti i requisiti di stabilità e solidità.
Non a parole, ma con i numeri. Certificati.
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